La Vulgata tradotta dai Giansenisti
LA TRADUZIONE DELLA VULGATA DA PARTE DEI GIANSENISTI
Occorre ricordare che in ambito cattolico apparve una teoria religiosa in opposizione ai Gesuiti, che prese nome dal teologo olandese Giansenio e si diffuse dal sec. XVI al XVIII. I Giansenisti propugnavano il più intransigente rigorismo morale, l’efficacia della grazia divina come solo mezzo di salvezza, la predestinazione, e l’indipendenza della Chiesa dallo Stato.
Centro di diffusione del Giansenismo fu il monastero francese di Port-Royal, e fra i propagandisti attivissimi di esso ricordiamo l’Abate di S. Cyran, il teologo Antonio Arnauld e Biagio Pascal. A partire dal 1667 i Giansenisti iniziarono a tradurre la Bibbia in francese, partendo dalla versione latina della Vulgata. A questo lavoro prese parte soprattutto Louis-Isaac Le Maistre, detto de Sacy dall’anagramma del suo nome biblico (Isac); costui era figlio di Isaac Le Maistre, di fede calvinista. La sua vita fu profondamente segnata dal rapporto con le Sacre Scritture, che definiva “pane quotidiano”.
La prima edizione della Bibbia completa cominciò a uscire, in volumi separati, a Parigi nel 1672: la sua pubblicazione fu autorizzata a patto che il testo venisse accompagnato da una serie di note, e si concluse nel 1695 con l’uscita del trentesimo tomo
Il Giansenismo si diffuse in Italia nella seconda metà del secolo XVIII, specialmente a Roma, Venezia, Pavia, Firenze, Genova e Napoli. Fu così che una traduzione italiana della Bibbia annotata dal Le Maistre de Sacy fu pubblicata a Venezia nel 1775, poi a Napoli nel 1786 ed un’altra fu pubblicata a Genova nel 1788, con il testo latino e italiano.
sopra l’edizione stampata a Genova e sotto un volume di quella veneziana
sotto un volume dell’edizione Napoletana