TALITA CUM!

Queste due strane parole pronunciate da Gesù si riferiscono alla resurrezione operata dal Signore nei confronti di una ragazza, figlia del capo della sinagoga, di nome Iairo. L’episodio è narrato in (Ev. Marco 5:41) E presala per mano le disse: Talità cum, che tradotto vuol dire ragazza ti dico alzati! Sono parole che cambiano la vita della fanciulla in quanto morta e per grazia di Gesù tornata in vita, atto che il Salvatore non voleva propagandare per non creare altre aspettative in quel luogo. E’ vero molta folla lo stringeva mentre Lui andava in casa di Iairo, e questo rallentava il suo cammino e la sua missione, che prevedeva un intervento per allontanare la febbre e  forse proporre un decorso per guarire la ragazza.

Un inconveniente ritardante l’aiuto solerte immaginato.

L’apprensione di Iairo appariva evidente e sicuramente non era contento di vedere questo inatteso rallentamento del Signore, costretto a districarsi tra molte persone che l’attorniavano, a liberarsi della folla petulante e implorante qualche miracolo per i loro bisogni. La potenza del Signore si era già propagata sia nella sapienza, che nelle opere; i suoi insegnamenti al pari dei miracoli intrigavano molti, che per bisogni personali si radunavano attorno al Maestro e speravano in qualcosa di personale, in senso migliorativo del proprio stato. Il discorso sul regno dei cieli interessava meno, le parabole non sortivano effetti entusiasmanti, la guarigione dell’indemoniato era più convincente e destava meraviglia e consenso

Anche oggi alcuni provati da qualche episodio avverso, si aggrappano a Gesù per ricevere aiuto, sostegno o soccorso, ma sono pronti ad attaccarsi a qualsiasi altro nome pur di trovare ristoro o supporto ai loro problemi. A volte succede che qualche nome invocato con fervore dagli uomini, per concomitanza di fattori, arrivi e succeda una guarigione dovuta a suggestioni o a pseudo miracoli; questi purtroppo alimentano una adorazione idolatrica e allontanano dalla vera fede in Cristo Gesù. Perciò occorre ben guardare che l’invocazione non sia diretta a forze demoniache che si presentano come angeli di luce e compiano atti liberatori, aggregando all’idolatria le anime temporaneamente guarite e rese devote all’idolo. ( II Ep. Corinzi 11:14-15) Non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere.

Guardiamo dunque a queste cose con circospezione, che non siamo indirizzati verso forme di adorazione di spiriti ingannatori e a compiere gesti incoerenti e inconsulti che dispiacciano e indispettiscono Dio.

Le necessità di quella folla erano diverse, ognuno aveva un urgente bisogno di soccorso. Ma solo alcuni ricevevano un aiuto concreto, gli altri dovevano sottostare a tempi differenti e non presi in considerazione. Ora, per Gesù in quell’istante si era aperta una situazione di dover provvedere con urgenza, dietro una particolare preghiera elevata con fede e speranza, di intervenire presso il  capezzale della ragazza affetta da malattia che sembrava letale. Forse il tempo per intervenire era divenuto obbligatorio e urgentissimo; la preghiera era anche precisa e accorata; (Ev. Marco 5:23) La mia bambina sta morendo. Vieni a posare le mani su di lei affinchè sia salva e viva.

Anche il modo di intervenire in guarigione era suggerito da questo apprensivo padre, desiderio consigliato da molti che attendono un intervento straordinario e che vorrebbero ispirare la grazia. Succede però l’imprevisto; una donna tocca Gesù dietro un ragionamento fiducioso e tutto si ferma, perché dal Redentore esce una potenza che solo la fede può sollecitare. (Ev. Marco 5:32) Chi mi ha toccato?  Gesù sapeva benissimo chi l’aveva toccato in quel senso; non erano gli scossoni o gli spintoni involontari che lui guardava, ma era la fede di quella donna che doveva divenire palese. La donna ammalata da quella emorragia costante, lunga dodici anni doveva svelare la grazia e la guarigione ricevuta da Gesù.

Può un miracolo di Gesù, fatto dietro una preghiera sincera, contrastarne un altro  rivolto con altrettanto fervore e zelo?

E’ vero, il tempo per questo miracolo a vantaggio della donna appariva inopportuno per l’ostacolo frapposto, cioè il ritardo accumulato, perché nel frattempo la fanciulla era morta. (Ev. Marco 5:35) Mentre Egli parlava ancora, vennero dalla casa del capo della sinagoga dicendo: tua figlia è morta, perché incomodare ancora il Maestro? Le logiche umane appaiono con virulenza come questioni senza senso nelle trame o nei piani di Dio, i desideri e i consigli degli uomini sono tutti inconsistenti e marginali. Ciò che vale è la preghiera fatta con fede, il Signore saprà agire con potenza nel tempo opportuno, da Lui deciso.

Conoscere il tempo per la risoluzione dei nostri problemi è importante per noi, per immaginare e predisporci per altre imprese o ad altri sogni, ma per il Signore è rilevante l’esperienza di fede personale, quella che cambia la vita.  Due citazioni del racconto sottolineano la fede in Cristo. (Ev. Marco 5: 34) Ma Gesù le disse la tua fede ti ha salvato; va in pace e sii guarita dal tuo male. (Ev. Marco 5: 36) Ma Gesù udito quel che si diceva, disse al capo della sinagoga; non temere, soltanto continua ad avere fede!

Bisogna aver fede per vedere le decisioni di Dio nella nostra vita, a volte dubitiamo e siamo sconsolati per le soluzioni che tardano ad arrivare, sebbene invocate con fiducia e dedizione. Le prove però irrobustiscono la fede come nel caso di Iairo o nell’episodio della donna miracolata. Concediamo la nostra fiducia al Re dei Re che risolve nei suoi tempi ogni cosa per il nostro bene, di cui non conosciamo la vera corrispondenza.

Un miracolo con pochi testimoni e che nessuno doveva sapere.

Il miracolo che Gesù si apprestava a eseguire doveva avere pochi testimoni, tre suoi discepoli (V. 37)  e pochi  altri osservatori che dimostravano tutta l’incredulità tipica dei religiosi, i quali nulla sanno dell’identità di Gesù e della sua potenza, che però produce derisione e mal sopportazione in quegli individui. Eppure quelli della fede aspettavano quelle due parole: Talità Cum, che rappresentavano il compimento della resurrezione voluta da Gesù e disposta per quelli della fede. E’ vero, anche se credenti siamo sovente scettici per la nostra inconsistenza nel campo della fede, per i nostri limiti che proiettano una luce fiacca e impalpabile sulla potenza del Redentore, che invece è sempre pronto a darci nuovi argomenti nella sua Parola, per continuare a sperare e a confidare in Lui.

Nella sua Parola, come pure in solo quelle due citate, abbiamo ben motivo di attenerci costantemente nei suoi detti e nelle sue consolazioni. Il suo amore è costante verso noi in qualsiasi condizione ci troviamo, e la sua mano ( Ev. Marco 5: 41) E presala per mano,  è una mano che trasmette vita assieme alla sua voce. Il lieto finale della fanciulla è di stimolo per tutti quelli che si trovano nella condizione di aver bisogno di rialzarsi, di sapersi lontani e morti nei peccati. Gesù è pronto a salvare tutti quelli che lo toccano con la preghiera e invocano il suo aiuto. Questo è ancora una volta quello che speriamo per i nostri cari lettori, che con costanza e affetto ci seguono. Vi lasciamo un caro saluto in Cristo Gesù il Redentore.

Ferruccio Iebole.

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