PREDICARE IL VANGELO
prima del testo dell’articolo una comunicazione:
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Il grande mandato che Gesù affida ai suoi discepoli prima dell’ascensione al cielo, si svolge in un clima particolare. Gli undici si ritrovano sul monte in Galilea senza sapere cosa succederà e quali saranno le nuove parole che il Salvatore pronuncerà, ancora, senza conoscere di quale meraviglioso evento saranno associati e compartecipi quale l’ascensione al cielo. La visione di Gesù sul monte desta tra i discepoli, perplessità, in alcuni dubbi sull’identità per paura di trovarsi in mezzo a una falsa apparizione, incertezze che scompaiono quando il Signore apre la bocca e parla in quella inconfondibile autorevolezza, che solo Lui sa dispensare.
Prima adorare.
(Ev. Matteo 28:16-17) Quanto agli undici discepoli essi andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro designato e vedutolo l’adorarono, alcuni però dubitarono. L’adorazione del Figlio di Dio riveste il punto di partenza per ogni predicazione, poi vi dev’essere il mandato particolare affidato a chi si sente di proclamare il Vangelo, non solamente il mandato generale che riguarda la testimonianza del singolo credente a un’altra persona. L’adorazione di Gesù Cristo nell’episodio, parte dalla vista del Redentore; è opportuno domandarsi come Lo vediamo noi quando adoriamo , evidentemente non parlo di avere un’immagine stampata a portata di mano, piuttosto come Lo Spirito Santo ce lo rivela in quell’istante.
Certo le sofferenze di Gesù sono argomento primario per il cuore dell’adoratore, seguito dalla morte sulla croce che ricorda il corpo e il sangue offerto, la sua potenza nello squarciare gloriosamente il cielo e presentarsi con l’offerta alla destra di Dio; quante immagini di Cristo abbiamo quando adoriamo. Se Gesù parla ogni dubbio scompare, è l’esperienza dei discepoli e il messaggio dice:(V.18) E Gesù avvicinandosi parlò loro, dicendo: ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Il messaggio riveste e comunica una potenza sorprendente, ma più ancora è importante che Gesù si avvicini per parlare. Quando adoriamo è di estrema rilevanza che sentiamo il Signore vicino, Lui ha detto: (Ev. Matteo 18:20) Perché dove due o tre sono riuniti nel mio nome IO sono in mezzo a loro. Dunque nel culto al Signore ricordiamo altresì la sua potenza, il suo presidio, il suo servizio in mezzo ai suoi che adorano.
Il mandato per predicare il Vangelo.
(Ev. Marco16:15-16) E disse loro; andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato, ma chi non avrà creduto sarà condannato. Orbene, possiamo commentare che il Signore Gesù non ha costituito una casta di predicatori, di addetti religiosi a cui affidare il messaggio evangelico della Buona Notizia, no, ma ha delegato tutti i credenti a trasmettere senza aggiunte di sorta o manipolazioni, la Verità del Vangelo. La visione del Signore non riguarda solo il mondo conosciuto allora, ma riguarda le estremità della terra che tutta dev’essere coinvolta nella predicazione, affinchè nessuno uomo o creatura sia esclusa dalla Grazia. Perciò trattasi di un messaggio universale, che risiede nella persona la quale detiene il potere assoluto sul Creato e sui mondi quelli visibili ed invisibili.
Con la sua ascensione Gesù presidia ogni luogo dove viene predicato il Vangelo, inviando il Suo Spirito e presenziando ai progressi di chi vuole credere e lotta per l’affermazione della Verità nel proprio cuore. E’ interessante che parlando di Vangelo, il Signore precisi ciò che succederà alla predicazione del messaggio. V’è chi crede alla spiegazione, cioè mette in opera la fede che deriva proprio dall’ascolto della Parola, realizza il pentimento, la conversione e la confessione di peccato dichiarandosi indegno di perdono, ma per Grazia Dio lo accoglie e lo salva perché Gesù ha pagato il debito del nuovo credente. Si battezza per confermare di essere morto e risuscitato in Cristo, pronto per essere arruolato nel numero dei testimoni della Verità e di non aver nessun timore nel parlare di Gesù, perché Lui assicura la sua presenza fino alla fine del periodo della Grazia. Poi vi sono alcune categorie di schernitori, di superficiali creduloni, di ottusi che non credono e rifiutano il cammino di fede proposto; questi saranno respinti perché non si reputano degni della vita eterna ascoltatori delle menzogne dell’Avversario.
L’obiettivo è la salvezza delle anime.
(Ev Matteo 28:20) Insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco IO sono con voi tutti i giorni sino alla fine dell’età presente. Dunque qual è la consistenza e la natura delle cose comandate e che devono essere insegnate sotto la supervisione del Signore, che assicura la sua costante potenza? Il messaggio lo possiamo sintetizzare con le parole scritte: (Ev. Giovanni 19:30) Quando Gesù ebbe preso l’aceto disse: è compiuto! E chinato il capo rese lo spirito.
E’ compiuto riepiloga tutta l’azione di Gesù sulla croce, (Ev. Matteo 27:51) Ed ecco la cortina del tempio si squarciò in due da cima a fondo . la terra tremò e le rocce si schiantarono, queste sono le conseguenze di quella morte, che agisce in tre direzioni una verso il cielo l’altra sul creato e sulla solidificazione del peccato. La cortina ovvero il tendone che separava il luogo Santo dal Santissimo si fende in due per dimostrare al popolo che da ora vi sarà libero accesso al cielo, al trono celeste di Grazia. La terra, ovvero il Creato trema per l’affronto della morte del Salvatore, partecipando all’orrore della croce. La natura grida e condivide il dolore del Figlio così orribilmente trattato. Infine le rocce solidificate del peccato si schiantano e diventano friabili fino a sgretolarsi, per la potenza del grido emanato dal Redentore prima di rendere lo spirito.
Vediamo brevemente anche questi altri aspetti, Gesù muore da Leone della tribù di Giuda, muore come vittima innocente quindi come Agnello e Salvatore del mondo, muore indossando i panni di Mediatore esclusivo tra Dio e gli uomini, eredita il lignaggio di Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec, risuscita per ereditare la gloria che aveva prima e quella assunta adesso, in attesa del Nome sopra ogni nome. Orbene nel nome di Gesù si ottiene per Grazia il perdono dei peccati, la sua resurrezione è l’argomento principale della predicazione in tutto il mondo proposta dai suoi seguaci perché rende onore al Messia, nonostante il rifiuto del popolo.
Oppositori alla salvezza.
Gesù ha promesso la sua presenza con tutti noi quando si testimonia; i contestatori dell’opera non perdono tempo. Nel corso dei secoli gli oppositori alla redenzione si sono distinti con le loro trappole per sprovveduti, o con le minacce derivanti da processi persecutori, o ancora da ogni sorta di persuasione violenta pur di far ritrattare la fede nel sacrificio di Gesù. Infatti oggigiorno molte persone che inconsciamente sono trascinati da una corrente culturale e religiosa, sono dissuasi dall’incontrare il Signore nella Sua Parola, perché temono in qualche squalifica e nell’emarginazione dalla società. Gli oppugnatori del sacrificio della croce, si rivelano nemici di Cristo in quanto non credono alla parola “E’ Compiuto” per loro occorre ancora l’intervento dell’ uomo per la salvezza, indispensabile come quello dell’ordine religioso a cui si è aggregati. Che sciagura l’essere circuiti da questi mestatori di acque torbide e di destini offuscati. Gesù nel suo amore, conoscendo i cuori, vede quelli sinceri desiderosi di emigrare dagli artigli dell’errore e accedere alla Verità, per questo li aiuta e li soccorre stabilendo un dialogo di Vita e di Verità.
Conclusione.
( Ev. Marco 16;19-20) Il Signore Gesù dunque dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio, e quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano. Se qualcuno all’inizio sul monte dubitava, ora non v’era più spazio per le incertezze, la posizione di Cristo corrispondeva a quella gloriosa annunziata durante il suo ministerio terreno, il Signore assisteva chi predicava, confermando la Parola redentrice che operava in salvezza ed era accompagnata da segni potenti. Ancora oggi la carica salvatrice della Parola di Dio non si è arenata o esaurita, essa è vitale tramite lo Spirito per chi invoca il Nome di Gesù e porta ancora ristabilimento di comunione tra i peccatori e il Salvatore. Questa comunione la auspichiamo anche con le analisi senza pretese che facciamo, ma le accompagniamo con la preghiera al Signore per i nostri cari lettori, che ci seguono attentamente. Un caro saluto e a presto.
Ferruccio Iebole.
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