Sirene, fuga e rifugio, ci ricordano anche quanto leggiamo nella Parola di Dio, quando circa 2600 anni fa gli abitanti della regione attorno a Gerusalemme, attaccati da nord, dovettero fare qualcosa di molto simile: Figli di Beniamino, cercate un rifugio lontano da Gerusalemme; suonate la tromba in Tecoa; innalzate un segnale su Bet-Cherem, perché dal settentrione avanza una calamità, una grande rovina (Geremia 6:1).
Prima di allora e dopo di allora, come oggi e purtroppo anche domani, le guerre che infuriano hanno costretto uomini, donne e bambini a scappare e a provare a trovare un luogo dove rifugiarsi.
I rifugi umani però sono poco sicuri e temporanei e anche la fuga non può continuare per sempre. Abbiamo tutti bisogno, in tutte le battaglie della nostra vita, di un rifugio sicuro, permanente e senza più bisogno di fuggire al primo suono di sirena, stando in un continuo stato d’allarme.
Ed è proprio perché Dio conosce questo nostro bisogno che si offre come nostro rifugio. Sono innumerevoli i brani della Scrittura che parlano di Dio come la protezione, la rocca, il rifugio. Un piccolo esempio, dal salmo 62: Solo in Dio trova riposo l’anima mia; da lui proviene la mia salvezza. Lui solo è la mia rocca e la mia salvezza, il mio alto rifugio; io non potrò vacillare… Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare. Dio è la mia salvezza e la mia gloria; la mia forte rocca e il mio rifugio sono in Dio. Confida in lui in ogni tempo, o popolo; apri il tuo cuore in sua presenza; Dio è il nostro rifugio (Salmo 62:1-2, 5-8).
Mentre cerchiamo di dare un rifugio più sicuro a tutte le persone in fuga dalla guerra in questi giorni, dobbiamo anche pensare a un rifugio definitivo, eterno, per loro e per noi, quello che ci accoglierà quando sentiremo per l’ultima volta una sirena, un suono che chiamerà tutti coloro che confidano in Dio al rifugio celeste: perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore (1 Tessalonicesi 4:16-17).
E mentre siamo ancora qui “troviamo una potente consolazione, noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell’afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti” (Ebrei 6:18). Anche se infuria la battaglia: Il SIGNORE è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio, il mio asilo. O mio salvatore, tu mi salvi dalla violenza!… Se un esercito si accampasse contro di me, il mio cuore non avrebbe paura; se infuriasse la battaglia contro di me, anche allora sarei fiducioso (2 Samuele 22:2-3; Salmo 27:3).
Tratto dal blog “La nuova nascita”
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