Ma il problema, come sostiene uno dei più importanti giornalisti e analisti esperti di comunicazione televisiva e WEB, Craig Silverman, non è solo “moderno”: «Il problema, al fondo, non è tecnologico, il problema sta nella natura umana, nel fatto che adoriamo ciò che conferma la nostra visione del mondo».
Ed eccoci a uno degli altri segni dei tempi, indicatoci dalla Scrittura: Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole (2 Timoteo 4:3-4). Il “prurito di udire” porta sempre di più a una ricerca di “maestri”, ma che ci devono raccontare solo quello che vogliamo sentirci dire, che assecondino le nostre “proprie voglie”. Questo porta a un sempre più deciso allontanamento “dalla verità” arrivando anche a credere alle “favole”, cioè a cose false purtroppo spacciate per vere, magari mescolandole con piccoli elementi di verità, tanto per farci nascere il dubbio, che aprirà la strada al falso (vedi il post La strategia del dubbio).
Come reagire? Dal punto di vista più generale, affidandoci a fonti sicure, provate, competenti, anche quando non è esattamente quello che ci piacerebbe sentirci dire.
Dal punto di vista spirituale, visto il crollo delle fondamenta di cui parlavamo nel precedente post e visto che “lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demòni, sviati dall’ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza” (1 Timoteo 4:1-2), dobbiamo tornare a quella “sana dottrina” che molti non sopportano più: Così dice il SIGNORE: «Fermatevi sulle vie e guardate, domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada, e incamminatevi per essa; voi troverete riposo alle anime vostre! (Geremia 6:16).
Ognuno di noi dovrebbe stare “attaccato alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono” (1 Timoteo 1:9), “affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore” (Efesini 4:14).
Insomma, più che ai “maestri” di Facebook, dovremmo imparare a Face the Book (‘guardare al Libro’), il libro del Maestro, “perché uno solo è il vostro Maestro” (Matteo 23:8). Un Maestro che non cerca like, un Maestro“nella cui bocca non si è trovato inganno” (1 Pietro 2:22).
Tratto dal blog “La nuova nascita”
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