Gesù, spiegando la sua venuta nel mondo, richiama l’episodio della discesa della manna nel deserto, il cibo donato da Dio al suo popolo in viaggio verso la terra promessa, e ci parla di mangiare e bere, ma di un alimento e di una bevanda ben diversa: Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne». I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: «Come può costui darci da mangiare la sua carne?» Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui. Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch’egli a motivo di me. Questo è il pane che è disceso dal cielo; non come quello che hanno mangiato i padri e sono morti; chi mangia di questo pane vivrà in eterno». (Giovanni 6:50-58)
Che cosa vuol dire mangiare la carne e bere il sangue di Gesù? Se lo domandavano anche i Giudei, anche i discepoli. Che strano rito dobbiamo fare per poter mangiare e bere una parte del corpo di Gesù? Gesù ne parla ancora all’istituzione della santa cena. Vuol forse dire quindi che quello che mangiamo e beviamo non è pane e vino, ma si trasforma nella carne e sangue di Gesù, come alcuni insegnano? C’è un passo strutturato nello stesso identico modo, nello stesso brano, che ci spiega cosa significa questo mangiare e bere, cosa significa in realtà questo linguaggio figurato usato da Gesù: Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». (Giovanni 6:40). Se mettiamo a confronto i versetti 54 e 40 di Giovanni 6, capiamo bene cosa intendesse Gesù:
Giovanni 6:54 → Giovanni 6:40
Chi mangia la mia carne → chiunque contempla il Figlio
e beve il mio sangue → e crede in lui
ha vita eterna → abbia vita eterna
e io lo risusciterò nell’ultimo giorno → e io lo risusciterò nell’ultimo giorno
Contemplare il Figlio, osservarlo, imparare a conoscerlo, ascoltarlo vuol dire ‘mangiare’ la sua carne. Credere in lui, vuol dire ‘bere’ il suo sangue. Ecco cosa dobbiamo fare, perché questa è la volontà di Dio. Molti dei presenti al discorso di Gesù non l’hanno voluto fare e si sono allontanati. I suoi discepoli, dopo tanta incertezza verso questo parlare, definito “duro” (cioè ‘difficile’ – v. 60) capiscono e accettano: Perciò Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?» Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio». (Giovanni 6:67-69).
Approfittiamo della ricetta di Dio, del cibo e della bevanda che il Signore ci offre, saziamoci e abbeveriamoci alla tavola e alla fonte della vita eterna!
Tratto dal blog “La Nuova Nascita”
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