Quanto sarebbe lunga la lista, se ognuno di noi dovesse dire quante sono state le occasioni perse nella propria vita? Ovviamente non stiamo parlando di quella volta che ci siamo lasciati sfuggire quel magnifico oggetto in saldo, anche se pure da quello potremmo trarne degli insegnamenti. Parliamo piuttosto di opportunità di scelte da fare e non fatte, di esperienze non vissute, di parole non dette a persone che ora non ci sono più. Una lunga serie di ‘ormai’ che, tra rimorsi e rimpianti, ci lasciano un velo di tristezza per quello che poteva (e doveva) essere e che non abbiamo fatto o detto.
Salomone, ormai avanti con gli anni e nonostante abbia provato a riempire la sua vita di mille cose, fa un appello ai giovani prima che arrivino dei tempi in cui tutto diventa più difficile, in cui non si hanno forse più energia e volontà per fare determinate scelte: Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni cattivi e giungano gli anni dei quali dirai: «Non ho in essi alcun piacere» (Ecclesiaste 12:1 – in alcune versioni 12:3). I versetti che seguono descrivono, con un linguaggio molto figurato, la decadenza del nostro corpo, con i diversi organi che via via perdono di forza e efficacia, fino all’inevitabile esito finale (Ecclesiaste 12:2-7 – o 12:4-9 in altre versioni).
Una delle meraviglie della vita vissuta con il Signore è che possiamo provare a togliere molti di quegli ‘ormai’. Ogni giorno può essere un giorno in cui dare una nuova svolta nella nostra vita, in cui possiamo dire o fare qualcosa che va detto o fatto, indipendentemente dall’età e dalle circostanze. L’unico nostro limite è il tempo, un tempo che corre veloce e che troppo spesso ci sfugge via. Ecco che allora dobbiamo approfittare delle occasioni che ci vengono offerte.
Innanzitutto, se non lo abbiamo ancora fatto, accogliere Gesù nella nostra vita. Se lo abbiamo lasciato fuori per poco o molto tempo, è il momento di farlo entrare o di ridargli quello spazio a lungo negato: Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me. (Apocalisse 3:20). Un invito a cena per stabilire una comunione che darà una svolta definitiva alla nostra vita.
A quel punto, e qualunque sia il punto del nostro percorso in cui questo avviene, lasciamoci guidare, lasciamo che ci apra cuore, mente e occhi, per vedere quello che ha già messo sulla nostra strada affinché lo pratichiamo (Efesini 2:10). C’è un mondo di opportunità che non aspettano altro che di essere colte, oggi e da oggi in poi, indipendentemente da cosa è stato fino a ieri. Gesù vuole darci vita e poi riempirla di significato e di valore: io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Giovanni 10:10). Sia che siamo all’inizio di un percorso, sia che abbiamo già tanta vita alle spalle, c’è ancora molto frutto che il Signore vuole raccogliere da noi, fino alla fine e oltre: Quelli che sono piantati nella casa del SIGNORE fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti (Salmo 92:13-14).
Dio non vuole darci qualche saldo di fine stagione, ma farci cogliere un’occasione unica, imperdibile, di vivere una vita con un senso totale, priva di rimorsi e rimpianti, dove non c’è posto per gli ‘ormai’. Approfittiamone.
Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; recuperando il tempo perché i giorni sono malvagi. (Efesini 5:15-16) Comportatevi con saggezza… recuperando il tempo (Colossesi 4:5).
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