Il brano profetico di 1 Tessalonicesi 5, ci presenta un altro dei vari segni degli ultimi tempi: Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno (1 Tessalonicesi 5:3). Questo fatto di parlare di pace e di sicurezza in un periodo di conflitti, ricorda altri brani della Scrittura che, pur se in altri contesti, sembrano riecheggiare il fallimento di una buona parte degli obiettivi dell’ONU: Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: “Pace, pace”, mentre pace non c’è. (Geremia 6:14; 8:11).
La guerra, e il conseguente bisogno di pace, di cui parla la Bibbia non è però solo quella tra popoli, ma anche quella tra l’uomo e Dio, quella di Satana contro di noi, quella tra le persone nei diversi contesti (familiari, comunitari, ecc.) e quella dentro ognuno di noi, in continuo conflitto con noi stessi. Per trovare pace in mezzo a tutto questo guerreggiare c’è quindi bisogno di un intervento radicale nella nostra vita, dell’intervento diretto di Dio.
Gesù è lo strumento usato da Dio per la riconciliazione, per la pace tra noi e in noi, grazie al suo sacrificio: Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli. Anche voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne… (Colossesi 1:19-22); Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore (Romani 5:1).
Se è quindi di pace che abbiamo bisogno, andiamo da colui che vuole donarcela: Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti (Giovanni 14:27); E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù (Filippesi 4:7).
Nel 1948, nelle strette vicinanze della sede dell’ONU a New York, allora in costruzione, venne eretto un muro che voleva essere proprio un simbolo di quello che l’ONU doveva rappresentare e di quelli che erano i suoi obiettivi. La grande scritta sul muro cita il versetto di Isaia 2:4: essi trasformeranno le loro spade in vomeri d’aratro e le loro lance in falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra. Interessante notare però che è stata omessa la prima parte del versetto e il suo contesto che indicava che sarà Dio, non l’uomo e nemmeno l’ONU, l’artefice di quel regno di pace tra le nazioni, che arriverà dopo un periodo di grande tribolazione per tutto il mondo (Isaia 2:2-4).
No, non è facile trovare pace in questo mondo, in un mondo che spesso ha anche usato e usa proprio il nome di Dio per fare la guerra… Ma l’obiettivo del vero Dio per noi è la pace, non la guerra: Infatti io so i pensieri che medito per voi, dice il SIGNORE, pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza (Geremia 29:11).
Aggrappiamoci a lui, mettiamo i nostri giorni e le nostre notti, la nostra vita, il nostro cuore e la nostra mente nelle sue mani, per avere pace.
In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o SIGNORE, mi fai abitare al sicuro (Salmo 4:8); A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida (Isaia 26:3).
Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni maniera.
Il Signore sia con tutti voi (2 Tessalonicesi 3:16).
Tratto dal blog “La Nuova Nascita”
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