PERCHÈ IL SIGNORE È PIENO DI COMPASSIONE E DI MISERICORDIA
prima del testo dell’articolo una comunicazione:
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PERCHÈ IL SIGNORE È PIENO DI COMPASSIONE E DI MISERICORDIA
Il versetto che dà il titolo alla nostra nota odierna, si trova nell’epistola di Giacomo (4:11). Ecco noi definiamo felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Avete udito parlare della costanza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso. Altri due passi: (Ep. Giacomo 4:7-8) Siate pazienti fratelli fino alla venuta del Signore…siate pazienti anche voi, fortificate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Un legame meraviglioso annoda la misericordia e la compassione divina con la pazienza per l’attesa del Signore. A volte questa pazienza si rivela dolorosa e faticosa da sopportare come nel caso di Giobbe, ma è sempre alla fine un’attesa appagante. È comunque una consolazione sapere e poter contare su queste virtù divine che sostengono chi è nella prova, facendole pesare, con mano amorosa, certamente di meno.
È vero, noi e la nostra generazione siamo stati preservati da certe catastrofi o da certe prove dolenti e letali, che hanno attraversato il mondo; le abbiamo viste con ribrezzo per immagini cinematografiche e con visioni funeste. Il salmista descrive con lucidità il dramma della Shoà: (Salmo 109:21-26) Ma tu o Signore, Dio, intervieni in mio favore, per amor del tuo nome; salvami perché la tua misericordia è benevola. Io son misero e povero, e il mio cuore è ferito dentro di me. Me ne vado come ombra che si allunga, sono cacciato via come una cavalletta. Le mie ginocchia vacillano per il digiuno e il mio corpo è gracile e deperisce. Son diventato per loro un oggetto di scherno; quando mi vedono scuotono il capo. Aiutami o Signore, mio Dio, salvami per la tua Grazia, e sappiamo che questo è opera della tua mano.
Un collegamento che sembra nascosto
L’immane dolorosa storia di Israele ci istruisce anche sulla compassione e sulla misericordia di Dio, per come viene invocato dal salmista, che vede i corpi allungarsi con la deformazione tipica dell’ombra, corpi già alterati dalla fame, dal digiuno, divenuti anche oggetto di scherno e di sperimentazioni mediche animalesche e depravate. Che orrore umano, quale responsabilità degli aguzzini e dei kapò, nei campi di concentramento! Eppure anche in mezzo a questo raccapriccio, a questa ripugnanza e al senso di repulsione per le sofferenze, Dio interviene con la sua Grazia per eseguire i suoi progetti in favore del popolo, proprio in vista della venuta del Signore Gesù.
Vi è una connessione potente perché il ritorno del Signore si assocerà con il ristabilimento di Israele, che finalmente sarà liberato dagli oppressori e dalle forze sataniche. Lo splendore tornerà a fertilizzare, a rincuorare e arricchire Israele, dopo i giorni bui dell’Anticristo, troverà grazia, ristoro e prosperità con il Redentore che veglierà sul suo regno e sul popolo eletto.
Perché attendere il ritorno del Signore Gesù.
Occorre dire che proprio la compassione e la misericordia saranno impiegate al ritorno del Signore, per lo sviluppo in tempi difficili a sostegno dei credenti, che assisteranno all’evoluzione e ai primi sintomi per la presa del possesso mondiale e del dominio dell’Anticristo. Ora, perché si attende Gesù? Perché Lui l’ha promesso: (Ev. Giovanni 14:2-3) Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no vi avrei forse detto che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo tornerò e vi accoglierò presso di Me, affinchè dove sono Io siate anche voi.
Molti altri passi confermano questo progetto: (Atti 1:11) Uomini di Galilea perché state a guardare verso il cielo? questo Gesù che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo. E’ notevole che il ritorno del Signore si agganci alle dimore splendide ed eterne da Lui preparate, all’accoglienza dei suoi eredi e al modo di come è salito in cielo. Sono tutti elementi che si attueranno durante il ritorno. Soprattutto sarà il compimento della pazienza umana nell’attesa, inseguita per secoli fino alla manifestazione della vera pazienza divina. Il passo citato in precedenza affermava di un ritorno e una venuta vicina, oggi possiamo dire sono passati duemila anni; dunque cosa vuol dire vicino per il Signore?
Vuole affermare che il suo metro o il suo orologio non corrisponde a quello umano, ma ha da confrontarsi con la sua pazienza e la sua misericordia. E’ scritto:(II Ep. Pietro 3:3-4) Sappiate questo prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione. Dunque emergono dei denigratori che avanzano delle riflessioni umane giuste secondo la loro logica, ma non secondo quelle celesti. Contengono una venatura di scherno e di beffe perché dette da increduli, che non conoscono le virtù divine e non hanno uno sguardo alle cose profetiche perché già respinte. Pietro aggiunge: (II Ep. Pietro 3:5) Ma costoro dimenticano volontariamente che nel passato, per effetto della Parola di Dio esistettero dei cieli e una terra tratta dall’acqua.
La Parola di Dio. un punto fermo per confidare in Lui.
Orbene, la Parola di Dio regola il tempo e lo determina: (II Pietro 3:8) Ma voi carissimi, non dimenticate quest’ unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno. Entrati nella misurazione del tempo secondo il metodo divino non ci stupiamo più, se la venuta del Signore viene dichiarata vicina; il pregio è di essere pronti alla sua chiamata. Essa determinerà la fine dell’economia della Grazia, e inizierà la Grande Tribolazione come descritta nel libro dell’Apocalisse.
Il giorno della venuta dice la Scrittura: (II Ep. Pietro 3:10) Il giorno del Signore verrà come un ladro, per confermare che sarà improvvisa, inaspettata dalla popolazione mondiale ma attesa dai credenti perché sta per concretizzarsi l’attesa inseguita nel tempo. Se prima vi erano degli schernitori beffardi, ora il tempo dimostrerà: (II Ep. Pietro 3:9) Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.
Dunque, oltre la misericordia e la compassione si innesta anche la pazienza di Dio, il Quale sopporta sia le angherie degli uomini ribelli, che le sofferenze e le prove dei credenti affrontate e patite con pazienza, ma con il sostegno del Signore. Si, la pazienza divina è elargita con Grazia verso tutti i peccatori, affinchè non si privino della guida per arrivare alla salvezza. La guida è la Parola di Dio, la quale ravviva, consola e indirizza alla vita eterna.
Conclusione
Un ultimo passo molto prezioso è: ( II Ep. Pietro 3:18) Ma crescete nella Grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen, ancora vi è una misurazione del tempo ora e in eterno, pari alla realizzazione della compassione e della misericordia divina. Nel giorno della venuta queste due virtù di Dio troveranno completezza e realizzazione nel popolo dei riscattati, di quelli che pentiti hanno invocato il perdono divino in Cristo Gesù. Questa affermazione è quello che ci auguriamo anche per i nostri cari amici e lettori, che ci seguono nelle nostre note senza pretese, se non quelle di indirizzare alla lettura della Bibbia quanti più possibili, per ritrovarli all’appello, salvati nel giorno del Signore. Un caro saluto a tutti.
Ferruccio Iebole.
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