QUANDO ERI SOTTO IL FICO, IO TI HO VISTO
Nella botanica biblica il fico è un albero che rappresenta il popolo d’Israele. Il fico produce frutti primaticci o dolci nella maturazione, propone con le fronde riparo e ombra, ma possiede rami deboli e può essere concimato o scalzato come accennato nella parabola. Un fico sterile riveste un particolare posto in una parabola proposta appunto dal Signore. Nel racconto evangelico dell’Evangelo di Giovanni (1:50) ti avevo visto sotto il fico, denota che Natanaele aveva attirato l’interesse di Gesù nei suoi confronti. Un esempio da tenere in considerazione.
Ogni individuo che nasce sulla faccia della terra è riguardato e scorto con amore dal Signore Gesù. Come padrone del mondo, ogni uomo è degno del suo sguardo interessato, durante ogni attimo della vita. Inutilmente gli uomini cercano di sottrarsi a questa attrazione, Lui non cessa di parlare al cuore degli individui: (Ev. Giovanni 1:9) La vera luce che illumina ogni uomo, infatti Lui traccia un percorso di luce per tutti, perché tutti sono preziosi per Lui. Nell’episodio di Natanaele è significativo che il Salvatore, pronunci le parole riportate < Ti ho visto>, dove e quando? Il Signore Gesù ci vede nella nostra umanità, nel nostro inefficace attaccarsi a ingannevoli miti, alle false promesse di libertà che si rivelano spesso schiavitù della mente e del corpo, al nostro brancolare nel buio e nell’insicurezza, cioè sotto il fico della sterilità. Lui vuole per noi un sentiero di luce che sfoci nella gloria; proposta esaltante per chi ascolta il messaggio e l’invito. (Ev. Giovanni 1:4) La luce splende nelle tenebre; cosa vi può essere di più chiaro che una luce la quale spezza il potere delle tenebre? La luce è portatrice di vita (Ev. Giovanni 1:3) la vita era la luce. Che magnifico connubio tra luce e vita. Gesù è questo: Luce e Vita per chi crede in Lui. Il punto è proprio questo: stabilire un rapporto personale con Lui basato sulla fede e sulla Sua Parola.
Per molte persone che scoprono come Gesù si interessi a loro, risulta quasi impraticabile questo richiamo a fidarsi delle parole del Salvatore. Un mucchio di intoppi, di idee strane, di insicurezze, si indirizzano contro le Parole di Gesù, contro i suoi sguardi e il suoi palpiti d’amore. Si, è per amore che Lui viene a noi, da lontano già ci conosce, cioè quando siamo ancora sotto il fico e non abbiamo ancora udito la sua voce squillante. Ma la prima cosa che accade quando incontriamo Gesù nella nostra vita è, come detto, la luce. La luce è una forza che deriva dall’Evangelo, dalle Parole di Cristo Gesù, parole che richiedono di essere ascoltate nella luce e nella nostra coscienza. Il contatto con la luce cosa produce? (Ev. Giovanni 1: 10) il mondo non l’ha conosciuto; ecco la sintesi! La luce presenta una conoscenza del Salvatore del mondo fuori dai soliti schemi, cioè di un Gesù rappresentato a seconda le convenienze degli uomini religiosi. Per il mondo, una volta Gesù è rappresentato come un eterno bambino nel periodo natalizio, un crocifisso rimasto sempre in croce nel periodo pasquale, un risorto vagante e impotente, un redentore incompiuto che aspetta risultati da chi doveva salvare. Tutto risulta una contraddizione evidente per sviare l’immagine e la persona di Gesù, disturbare il Suo incontro con noi e immettere molti dubbi nell’animo umano
Un Salvatore potente
(Ev. Giovanni 1:12) Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto. Bene, occorre riceverlo, ma prima ancora conoscerlo e poi credere nel Suo nome. Il percorso della fede consiste in questa semplice trafila. Nella luce della Parola, appare chiara la sua conoscenza e la sua rivelazione gloriosa di Figlio unigenito del Padre (v. 14), che ci introduce per Grazia e per la sua pienezza o potenza, in una relazione di Verità con Dio. E’ dalla Sua particolare comunione con Dio, che il glorioso Unigenito ci fa conoscere le qualità di Dio, suo Padre, inconsapevoli e sconosciute agli uomini. (Ev. Giovanni 1:18) L’unigenito Dio che è nel seno del Padre è quello che l’ha fatto conoscere. Occorre conoscere in profondità quello che il Signore Gesù Cristo, nominato Dio Unigenito dall’autorità della Parola, ha compiuto in nostro favore. Il suo piano consiste nel rivelare un diritto da vantare nella gloria del cielo da parte di ex peccatori perdonati, ovvero noi, che crediamo nel nome e nell’opera Sua, cioè (Ev. Giovanni 1:12) Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio; a quelli cioè che credono nel Suo nome.
Divenire ed essere dichiarati <figli di Dio> sulla base della ricezione per fede del Figlio di Dio, è il più alto lignaggio e traguardo che chiunque possa aspirare e acquisire. Questo diritto consiste nella proclamazione del nostro nome, nella gloriosa radunanza degli spiriti risorti ed eletti alla gloria, e a essere eternamente con Gesù, nella presenza del riconosciuto Figlio Unigenito di Dio. Unigenito perché? Cosa vuol dire Unigenito? Unico creato come qualcuno sostiene? No! Unigenito vuol dire unico nel suo genere e nell’amore o amato. Nessuna creatura ha potuto rivelare l’essenza dell’amore di Dio, solo Gesù che essendo nel seno del Padre, ha potuto rivelarlo e noi minimamente comprenderlo o sfiorarlo in maniera sufficiente ed essere avvinti da questa immensità. E’ vero, solo Gesù ha spiegato l’amore che lo lega a Dio suo Padre; la sua comunione e il suo rapporto nella preghiera sono molto diversi dal nostro. (Ev. Matteo 6:9) Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, e (Ev. Luca 11:13) Quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiederanno. Dunque noi siamo esortati a pregare in maniera diversa dalla Sua perché creature e peccatori, quel <Voi pregate> esclude Lui, infatti Lui possiede un’altra relazione che non è la nostra; Lui prega il Padre con un’altra intensità a noi sconosciuta e invalicabile per la nostra mente. E’ comunque interessante che Gesù già nel suo ministero terrestre consigliasse di domandare lo Spirito Santo a Dio. Tanto più ora, che lo Spirito Santo è stato mandato nel mondo, occorre affidarsi a Lui per la comprensione della Verità e sulla origine divina del Figlio di Dio, chiaramente rivelata nella Bibbia. E’ certo, senza la comunione con lo Spirito Santo la nostra analisi sulla natura del Cristo Salvatore, sarà una conclusione sballata, incompleta e fuorviante; per questo molti s’intoppano nell’origine di Gesù, non credendo alla Parola Dio, ne tantomeno a Dio l’Unigenito, ne a Dio Vero, come espresso nella I Ep. Giovanni (5:20) Nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il Vero Dio e la vita eterna.
Un chiaro primato
Il raffronto di Unigenito con Primogenito lo si comprende bene leggendo: (Ep. Ebrei 11:17) Per fede Abramo offrì il suo unigenito, in verità tutti sanno che Isacco non era l’unigenito, Abramo aveva altri figli, ma il rapporto per l’amore riservato a Isacco e perché erede delle promesse, lo dichiarava unigenito. Stessa cosa per Gesù, Unigenito in quanto al rapporto d’amore con il Padre, primogenito nella incarnazione e primogenito nell’immagine di Dio, come detto nell’Ep. ai Colossesi (1:15-18) Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura poiché in Lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e invisibili…E’ Lui il principio, il primogenito dei morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. Dunque non vi sono dubbi, Gesù è l’immagine di Dio, Egli non riflette l’effige di una creatura ma l’essenza e l’unità divina, e come primogenito dei morti vanta la sua resurrezione celeste e non solo la umana, perché in ogni cosa detiene il primo posto come unico Dio da Principio. In Lui sono state create tutte le cose e non <le altre cose> come qualcuno ha deliberatamente aggiunto la parola <altre> per sminuire il Figlio di Dio. Orbene come dice Paolo: (Ep. Filippesi 2:6) Il quale essendo in forma di Dio, ci viene confermata la natura di Gesù avanti la fondazione del mondo, ma soprattutto ci viene per lo Spirito Santo rivelato che Lui ci vede nel nostro annaspare in cerca della vita eterna. Nella Scrittura vi è una bella e significativa immagine: (Ev. Luca 5:23-24) Che cosa è più facile dire: I tuoi peccati ti sono perdonati oppure dire: alzati e cammina? Ora affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati, Io ti dico, disse al paralitico, alzati, prendi il tuo lettuccio e va a casa tua. Si Gesù ci dice di volgerci verso la sua invitante voce.
Gesù il perdonatore
Sicuramente il nostro Redentore è un gran perdonatore, occorre togliere dal nostro pensiero, l’idea che il perdono dei peccati ci venga concesso in base a nostre opere o in base ai nostri comportamenti. No! Il perdono avviene gratuitamente perché Gesù ha pagato il nostro debito contratto con Dio, il sacrificio di Gesù è stato sufficiente a placare l’ira di Dio contro il peccato e la morte, la sua Grazia ora ci viene inviata sulla base dell’offerta del corpo e del sangue di Cristo. Paolo a riguardo scriveva: (Ep. Colossesi 2:13) Dio vi ha vivificati con Lui, perdonandoci tutti i nostri peccati. (I Ep. Giovanni 2:2) Egli (Gesù) è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Questa è la risposta per chi vuole rapportarsi con Gesù nella certezza della fede e nell’abbandono fiducioso nelle braccia del Redentore. Molte persone diffidano che Gesù possa operare un perdono totale a chi crede, qualcuno dice: <ma come, allora una volta perdonato, in seguito posso fare tutto il male che voglio tanto son salvo>. Manca una cosa a questo ragionamento: Gesù non accondiscende alle speculazioni umane immaginate da menti disturbate; o uno è convertito a Cristo con la guida dello Spirito Santo, ed è una nuova creatura, oppure non lo è, e può tranquillamente, sebbene sia stato vicino alla conoscenza di Dio, fare ciò qui descritto: (II Ep. Pietro 2:22) Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango. Non confondiamoci (II Ep. Pietro 1: 3-4) La sua potenza divina, ci ha donato tutto, ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di Colui, che ci ha chiamati per la propria gloria e virtù. .. voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo. Si la virtù e la gloria di Cristo sono dispensate a chi crede, divenendo un figlio e un erede in Cristo il Salvatore, adatto per il cielo.
Prima si accennava alla luce e alla vita; il perdono proclama nuova vita, una nuova libertà: (Isaia 61:1-2) Per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l’apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l’anno di Grazia del Signore). Il profeta prosegue ancora con (v.3): Per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto, affinché siano chiamati terebinti di giustizia, la piantagione del Signore per mostrare la sua gloria. Ancora una volta, quando si parla di vita e di libertà, la Parola ricorre a un’immagine botanica. Ecco alcune sottolineature per comprendere meglio l’azione di Dio in Grazia:
- Un diadema,
- L’olio di gioia,
- Il mantello di lode,
- I terebinti di giustizia,
- Piantagione del Signore,
- La gloria .
Il Signore è pronto a donare a chi si confida in Lui una posizione di privilegio, affidandogli un nuovo status di dignità e classificandolo come una quercia, dura e solida che affonda le radici nella gloria. Questa è l’immagine vista da Dio per il suo popolo di riscattati dal Salvatore. Ancora, (Isaia 61:10-11) Io mi rallegrerò grandemente nel Signore, l’anima mia esulterà nel mio Dio, poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia, come uno sposo che si adorna di un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli. Si, come la terra produce la sua vegetazione e come un giardino fa germogliare le sue semenze, così il Signore, Dio, farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni. Anche in questo passo occorre sottolineare:
- Mi rallegrerò grandemente,
- L’anima esulterà,
- Rivestito di vesti della salvezza,
- Avvolto in un manto,
- Adorno di diademi e di gioielli,
- Produce e prospera vegetazione,
- Germoglia giustizia e lode.
Questa idilliaca descrizione di chi ha fede in Dio, ci ricorda l’azione benefica divina nel campo della vita dei suoi figli, e come l’inizio del capitolo esprimendo: Lo Spirito del Signore, di Dio è su di me, illustri la benedetta posizione di salvati per Grazia e guidati dal suo Spirito.
Incoraggiati dai suoi doni e dalla autorità della Parola
(Ev. Luca 19:42) oh se tu sapessi almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace. Questa bellissima affermazione di Gesù può essere incorporata da noi per la fede e divenire un nostro patrimonio in cui confidare. Essere nella disposizione di acquisire la pace con Gesù è una cosa importantissima, che come scritto sopra, produce e prospera in un risultato di giustizia, di ricchezze e di gloria. (Ep. Colossesi 2:3) Cioè Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. Gesù detiene ogni primato nella sapienza e conoscenza, pronto a suddividerlo con chi crede in Lui. (Ev. Luca 19:13) Fatele fruttare fino al mio ritorno. Le ricchezze di sapienza e di conoscenza devono essere trafficate, non ci si può trastullare nell’indigenza, quando siamo investiti delle ricchezze di Cristo Gesù. Il ritorno di Gesù è vicino e presto vi sarà la manifestazione della vita (Ep. Colossesi 3:3-4) la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo la vita nostra sarà manifestato, allora anche voi sarete con Lui manifestati in gloria. Destino glorioso riservato ai credenti. (Ev. Giovanni 8:36) Mentre avete la luce credete nella luce, affinché diveniate figli di luce. Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose da loro. Un prezioso avvertimento e un atto intrigante, se non si coglie il momento della pace, l’eclissarsi della presenza di Gesù potrebbe risultare definitivo, perciò è bene dimorare nella luce quando essa splende. (Ep. Colossesi 2:8) guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vari raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo.
Conclusione
Sovente la disperazione e l’amarezza della vita trascorsa ci impedisce di vedere la nostra posizione sotto il fico dell’indifferenza e delle recriminazioni, e accostarsi ai richiami del Salvatore sono azioni restie e complesse. Forse si è perso la dimensione del Suo amore per noi, sommersi da eventi contrari e dolorosi. Nessuno è indenne dai travagli della vita, ed alcuni sono disagiati più di altri senza colpe loro, ma succubi di eventi più grandi di loro stessi, come ad esempio carestie o guerre volute da uomini malvagi. La nostra confidanza resta nella Parola di Dio (Ep. Colossesi 3:17) Fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di Lui.
Ferruccio IEBOLE
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