UNA LETTERA DI CRISTO SCRITTA
Solitamente una missiva contiene argomentazioni o comunicazioni che il ricevente o i riceventi possono condividere o respingere, apprezzare o rifiutare, o come nel caso della Parola di Dio proposta, una lettera che non perderà efficacia nei secoli, dimostrerà validità e consolazione per i lettori che gradiranno i consigli proposti perché suggerimenti vitali per questa vita e la prossima.
Una lettera scritta senza inchiostro
(II Ep. Corinzi 3:3) E’ noto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra ma su tavole che sono cuori di carne. Bisogna precisare che scomponendo questo passo ci risulta più facile la lettura e la riflessione, cui l’apostolo Paolo vuole indurci per glorificare meglio Dio per la comprensione accordataci. Dunque proviamo a disaggregare:
- E’ noto,
- Voi siete una lettera di Cristo,
- Scritta senza inchiostro,
- Ma con lo Spirito di Dio,
- Non su tavole di pietra,
- Ma su tavole di cuore di carne.
Qualcosa diceva dei Corinzi, che nonostante certe riprensioni dell’apostolo, essi occupavano nel suo cuore una posizione speciale, le preghiere e le intercessioni al trono della Grazia non mancavano e non si affievolivano nel ricordo. Paolo identificava in una lettera vivente di Cristo, i credenti di Corinto, i cui contorni erano decisamente verificabili alla luce delle Sacre Scritture e leggibili in un preciso contesto (II Ep. Corinti 2:17) Noi non siamo infatti come molti che falsificano la Parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità. Indubbiamente la sincerità è una gran cosa, impegna una dirittura morale ed essere vicini alla Verità, se poi si è mossi, vuol dire che si sente una certa spinta per andare in una certa direzione; se infine l’impulso viene da Dio tutto cambia in positivo. Paolo soggiungeva ancora nel medesimo passo <da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo> Orbene una così massiccia presenza del Signore e di Gesù nella predicazione, voleva salvaguardarla, avvisando della presenza e del falso modo di fare dell’Avversario, di coloro a lui aggregati, che conteggiati qualitativamente come molti, falsificano tutt’oggi il Vangelo.
E’ straordinario pensare come dopo poco tempo trascorso, il pericolo di un falso Vangelo fosse presente e sviluppato capillarmente. (II Ep. Corinzi 2:11) Affinchè non siamo raggirati da Satana, infatti non ignoriamo le sue macchinazioni. Questo avviso ed esortazione paolina si fondava comunque sulla presenza pregnante di Dio, ogni qualvolta la Parola era predicata perché lo Spirito del Dio vivente, scriveva sui cuori di carne, apportando il suo consenso se vi erano delle conversioni. E’ prezioso sapere di questa scrittura dello Spirito Santo, che autografa e certifica una nuova nascita, originata dalla Parola e dall’azione rinnovatrice di Se Stesso. Vuol dire un inizio proficuo per una nuova vita immessa nel servizio divino e dotata di ogni benedizione celeste. Sentirsi addosso la scrittura dello Spirito, vuol dire aver creduto all’Evangelo, alla Grazia di Gesù, offerta mediante la predicazione, aver capito la sua offerta di comunione, aver realizzato la riconciliazione con il Padre e la sicurezza della vita eterna sulla base della croce.
Con quale inchiostro scrive lo Spirito Santo?
Orbene, l’avvertimento della Scrittura afferma anche di un potenziale raggiro, cioè di un movimento impercettibile ma contrario nel senso di direzione, cioè di un disorientamento, complicato da macchinazioni, ovvero abbellito da meccanismi capaci di incantare e attirare confusione nel pensare. Ecco perché lo Spirito suggerisce (II Ep. Corinzi 3:5) Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio. Perciò dobbiamo pensare che tutti siamo in grado di approssimarci al Signore mediante Cristo Gesù e che il suo Spirito ci guida nella rivelazione, difendendoci dai trabocchetti e dalle intrusioni diaboliche. Sicuramente chi si avvia nella strada della fede, subirà i dardi infuocati dell’Avversario, ma sarà preservato da quell’inchiostro speciale che è il sangue prezioso del Salvatore, sparso nel cuore. (II Ep. Corinzi 2:14) Ma grazie siano rese a Dio che sempre ci fa trionfare in Cristo. Che verbo incoraggiante quello di conoscere il trionfo di Gesù.
Una frase un po’ astrusa
(II Ep. Corinzi 3:6) Egli ci ha resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica. Dunque i credenti in Gesù sono messi in grado di diventare idonei come servitori o ministri di un Nuovo Patto. Non ci confondiamo, l’espressione ministro vuol dire schiavo rematore di seconda plancia, cioè uomo di fatica, ultimo fra gli ultimi, e non ministro inteso come occupante di un posto prestigioso come comunemente si definisce nella nostra lingua. Questa puntualizzazione ci ricorda che siamo salvati per grazia e per fede, grazie al Signore Gesù il nostro Redentore.
Ma perché la lettera uccide? In fin dei conti affermiamo che la Parola di Dio è vivente, ha proprietà tali da far risorgere dai morti chi crede in essa. Se la Parola di Dio viene utilizzata senza lo Spirito Santo, solamente per attizzare discussioni infinite o dispute teologiche su dottrine inconcludenti che sembrano irrinunciabili per il prosieguo ma secondarie, resta una lettera che uccide per la debolezza e il peccato insito negli uomini. Per pensarla e recepirla come Parola vivente, occorre che la nostra capacità venga da Dio, e la comunione dello Spirito vivifichi la nostra testimonianza resa agli altri, avverando: (II Ep. Corinzi 3:8) quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito. E’ vero, il ministerio dello Spirito è glorioso perché prende dal tesoro di Gesù: (Ev. Giovanni 16:14) Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e lo annuncerà. Orbene, dalla comune gloria del Padre e del Figlio, lo Spirito prende e lo annunzia, rassicurando in verità i credenti, che in questa guida riconoscono il maestro e la rivelazione della giustizia.
Un velo che impedisce una libera e fruttuosa lettura della Bibbia effettuata nella libertà
(II Ep. Corinzi 3:14) Infatti fino al giorno d’oggi quando leggono l’Antico Patto, lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito.
<Quel mio annunziato >corrisponde quindi, secondo ciò che afferma la Scrittura, alla rimozione del velo che impedisce una scorrevole comprensione del senso della Parola di Dio; molte persone leggono la Bibbia con impegno, ma non arrivano alla chiarezza del messaggio per l’occlusione operata da quel velo. Solo abbandonandosi alla presenza di Cristo nella propria vita, il velo è tolto e rimosso. Splenderà allora, in tutto il suo fulgore il testo evangelico comunicando quella libertà dello Spirito, (II Ep. Corinzi 3:17) Ora il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore lì c’è libertà. Non appare una cosa di poco conto, non capire la Scrittura mentre la si legge; assimilarla con chiarezza è sempre dono di Dio.
Dunque la libertà che è dispensata dallo Spirito riguarda proprio la comprensione del testo biblico, che man mano diventa usufruibile e sempre più chiaro, per gustare le benedizioni in esso contenuto. Una sintesi di questo pensiero è espresso in: (II Ep. Corinzi 4:16) Il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perciò un costante progresso nella conoscenza e nella liberazione dello Spirito che fa crescere in noi, nell’uomo interno, è il sano desiderio di dipendere sempre più dal Signore per fare la sua volontà, costellata da ubbidienza e di compiere buone opere da Lui preparate. (II Ep. Corinzi 4:18) Mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. Perciò impegnati nella testimonianza evangelica, portiamo consolazione e conoscenza a chi ne è privo.
Leggere per non apparire ma per comunicare
Il credente che legge la Parola di Dio illuminato dallo Spirito, procede speditamente nella conoscenza e nelle promesse volute dal Signore, perché la fede maturi in certezze e non sia in balia di dubbi e insicurezze. Perciò devono essere chiari i percorsi da attuare senza indugi di sorta, perché il cuore sia stabilito in determinazione e risolutezza nell’accertamento della Verità. Un passo riassuntivo da conoscere è dunque: (II Ep. Corinzi 5:19) Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Il concetto della libertà nello Spirito è dunque possibile perché come si esprime questo passo, è Dio che prende un’iniziativa impossibile all’uomo, quella di riconciliare il mondo sulla base della sua Grazia. Perché può non imputare le evidenti colpe degli uomini nei suoi confronti? Solo perché è buono? Perché fa quello che vuole? No! Perché (II Ep. Corinzi 5:21) Colui che non ha conosciuto peccato, Egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui.
Orbene un grande atto è stato compiuto, spiegato nella Bibbia, atto talmente inverosimile che molti si sono avvicinati ad esso per negarlo e contrastarlo ostinatamente. E’ un atto con radici trionfali, che affondano in una gloria fulgente e maestosa, bandite dallo Spirito Santo in mezzo a un mondo di increduli nei confronti di Dio, che proclama riconciliazione e assoluzione in Grazia. Come avviene a dei normali condannati, è sempre incredibile di divenire svincolati dalle colpe già accertate o liberi di uscire emancipati dalla carcerazione. Conoscere l’editto liberatorio non basta, occorre impossessarsene e farlo valere. Dunque occorre una fede in una parola di libertà; è ciò che l’Evangelo propone, aver fiducia in Dio il Liberatore. Perché Dio interviene così, in favore del mondo e degli uomini, alcuni dei quali rifiutano espressamente di essere liberati e preferiscono restare schiavi del peccato e della morte? Dio agisce con il perdono verso i peccatori e verso il mondo, perché un innocente ha pagato un prezzo immane al posto di tutti, cioè il suo beneamato Figlio.
Un concetto chiaro nel percorso reso difficile per incredulità
E’ vero, (II Ep. Corinzi 5:11) Dio ci conosce a fondo; ci prospetta mediante l’Evangelo di vivere per una nuova dimensione, cioè prendere in considerazione Gesù Cristo non come personaggio umano apparso nel mondo o un religioso, ma come Colui che (II Ep. Corinzi 5:15) morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi ma per Colui che è morto e risuscitato per loro. Può essere che il Signore affidi a dei peccatori la sua eccelsa Grazia e li perdoni sul serio, gratuitamente? Perché questo è il messaggio dell’Evangelo! Dunque occorre la fiducia in questo speciale editto divino; vivere per Cristo e non per noi stessi come proposta ultimativa. Due scarpe, una di qua e l’altra di là non sono possibili. Chi aderisce sa di impegnarsi con tutto il proprio essere (I Ep. Tessalonicesi 1:9) Vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivente e vero. Un servizio impegnativo, ma appagante e remunerativo in amore, santificazione e comunione. Per questo è necessario (Ep. Romani 12:1) Vi esorto fratelli, per la misericordia di Dio a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo e gradito a Dio. Ancora (II Ep. Corinzi 12:9) Egli mi ha detto: la mia Grazia ti basta. Orbene, Grazia e Misericordia sono i due ingredienti adatti per crescere, accompagnati da (II Ep. Corinzi 12:9) la potenza di Cristo riposi su di me. Perciò siamo dotati di ogni beneficio per compiere la sua volontà.
La Verità di Cristo in me
Quest’affermazione paolina,(II Ep. Corinzi 11:10) Com’è vero che la Verità di Cristo è in me; documentava senza dubbio l’efficacia della Verità evangelica nella vita dell’apostolo, come un’essenza prorompente visibile negli atti e nelle parole ragionate da Paolo, ma soprattutto evidenti nel servizio. L’apostolo poteva perciò affermare (II Ep. Corinzi 11:7) Vi ho annunziato il Vangelo di Dio gratuitamente. Questa forma è un buon principio da attuare sempre, che evita speculazioni o bassi interessi religiosi, da cui i credenti devono saper sfuggire per non ritrovarsi in legami di prigionia spirituale. Piuttosto sono pertinenti le parole di: (II Ep. Corinzi 10:5) Facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo. Si nell’ubbidienza a Cristo e a Lui solo si trovano conforto e ristoro per ogni nostra necessità, sia nello scorrere di una vita gioiosa senza sussulti, che in mezzo alle prove e alle necessità. D’altro canto resta fermo il concetto: (Ep. Efesini 5:29) La nutre e la cura come anche Cristo fa per la chiesa e (I Pietro 5:7) Gettando su di Lui ogni vostra preoccupazione perché Egli ha cura di voi.
Ferruccio IEBOLE
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