MI CONDUCE PER SENTIERI DI GIUSTIZIA

Il salmista nell’esporre la sua esperienza con il Signore fa appello a ciò che questa sperimentazione ha prodotto nella sua vita e vuole sottolinearla come un esercizio positivo e pregnante per le benedizioni ricevute, a contatto con la presenza di Dio nella sua vita. Questa vicinanza si manifesta con la conoscenza certa dell’azione benefica e fiduciosa in Dio, da conservare nel cuore, nel saper distinguere e far risaltare questo dolce intervento paterno.

 (Salmo 23:3) Egli mi ristora l’anima, mi conduce per sentieri di giustizia. E’ vero, il primo intervento del Signore è quello di ristorare l’anima; un’anima bisognosa di rivelazione, di conoscenza, di ravvedimento e di pace. Un ristoro, dove sia visibile tramite la fede, distinguere la mano pietosa di Dio che ci guida dopo averlo conosciuto, verso i sentieri di giustizia. Dunque è fondamentale ricevere il ristoro che per noi è la persona amata di Gesù Cristo, l’unico che può ristabilire la comunione con il Padre e farci progredire nei sentieri di giustizia.

Un’anima ristorata

L’invocazione di Dio come pastore derivava da una precisa conoscenza. Il salmista avendo praticato il mestiere di pastore di pecore, per diretta acquisizione di nozioni sulle molte sfaccettature dell’attività, sapeva distinguere con certezza ciò che era la volontà e l’intervento di Dio, dalle altre incombenze di tutti i giorni. La confidanza nel Signore si rivelava presente in un legame forte e dipendente fino a realizzare questo ristoro, fatto di fede confortante e di distensione nella pace.

L’allontanamento dalle preoccupazioni affondava in questa presenza pastorale divina che diffondeva sicurezza e protezione. Il Signore Gesù durante il suo ministerio terreno si presentava proprio nella veste di Buon Pastore che protegge le pecore, ma aggiungendo una cosa che si riferisce al ristoro; cioè (Ev Giovanni 10:11) IO sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Perciò la sua azione non si sviluppa solamente nel salvaguardare la vita delle pecore, ma di proteggerle fino al supremo atto di dedizione cioè dare la sua vita per loro.

Dunque è la constatazione di quel “Nulla mi manca” che fa salire il ringraziamento a Dio per la sua salvezza provveduta in Gesù Cristo. Il Redentore nel Vangelo poteva asserire (Ev. Giovanni 10:16) Esse ascolteranno la mia voce. E’ vero; Nulla mi manca è il concetto  di quella pecora che conosce la voce del pastore, che si fida delle parole, ne vede l’esempio e la cura perciò la crede come verità. (Ev. Giovanni 10:27) Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Il riconoscimento reciproco tra pecore e pastore è di carattere fiducioso: non è solamente un corso di breve periodo, di una vita più o meno lunga, ma riguarda l’eternità. (Ev. Giovanni 10:28) E Io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano.

Quante sicurezze nella mano di Gesù

Il ristoro dell’anima dipende perciò dalla conoscenza del pastore. Una conoscenza che sappia distinguere dai pastori mercenari che alla prima avvisaglia di pericolo abbandonano il gregge e le pecore alla loro sorte (Ev. Giovanni 10:12) Il mercenario…vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga e il lupo le rapisce e le disperde. Purtroppo nel panorama religioso molti mercenari si aggirano tra le anime semplici, ma comunque responsabili di non ascoltare la voce del Buon Pastore, che li invita a seguirlo. La voce mercenaria è più lusinghevole e ammagliante di quella del Buon Pastore, solamente non ristora l’anima, la tribola con le norme religiose legandole a pratiche morte, che conducono alla separazione da Dio e in mano all’Avversario.

Gesù invece rassicura l’anima nostra, non tiene in sospeso la rivelazione di essere il Buon Pastore, ma basa la sua conoscenza d’amore con certezza per l’anima. (Ev. Giovanni 10:24) I giudei dunque gli si fecero attorno e gli dissero: fino a quando terrai sospeso l’animo nostro? Se Tu sei il Cristo diccelo apertamente. Per non avere l’anima in sospeso occorre saper ascoltare e ricevere la nozione che Gesù è il Cristo; ma se il cuore e le orecchie sono chiuse, non vi sarà nessun ristoro dell’anima. La Parola di Cristo deve scardinare tutte le ragioni idolatriche che si annidano nel cuore del peccatore e che impediscono l’azione dello Spirito Santo di far apparire la luce dell’Evangelo.

Sapere che Gesù è il Cristo, se non si accetta questa verità per la fede, non giova a nulla; bisogna capire che in Lui “ Nulla mi manca” e Nessuno li rapirà dalla mia mano. Non occorrono altre garanzie perché l’autorevole voce, ha già dimostrato nella sua prestigiosa guida nei sentieri di giustizia, la sua cura per le pecore. Dunque è solo questione di affidarsi a Gesù con fede, per ricevere  il ristoro nell’anima. Non bisogna far trascorre inutilmente il tempo, rimandando successivamente l’incontro con Gesù, quando Esso si presenta a noi mediante la voce del Vangelo. Il tempo non ci appartiene, decidiamo in fretta di appartenere a Gesù il Buon Pastore.

I sentieri di Giustizia

Non solo Gesù porta le pecore in pascoli fertili, o come dice il salmista  (Salmo 23:2) Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme, ma i sentieri percorsi parlano di Giustizia per amor del suo nome. Orbene, avere rivelazione della giustizia di Dio e di Gesù Cristo vuol dire prendere cognizione dell’amore divino, del piano di salvezza e giustizia di Dio, rivelato nell’obbedienza di Gesù il Redentore. L’apostolo  Paolo mirabilmente esprimeva la giustizia di Dio in Cristo annunciando in (Ep. Romani 5:17) Infatti se per la trasgressione di uno solo (Adamo), la morte ha regnato a causa di quell’uno, tanto più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno per la vita per mezzo di quell’uno che è Gesù Cristo.

 Ecco spiegati i sentieri di giustizia che Dio propone ai cuori dei peccatori. In Adamo ereditiamo la morte, in Gesù ereditiamo l’abbondanza della Grazia e il dono della giustizia. Sono sentieri da percorrere con l’aiuto dello Spirito Santo e della Parola di Dio, sentieri abbondanti di Grazia che il Buon Pastore ha approntati per chi crede, per chi ha bisogno di riposo nei verdeggianti pascoli della Bibbia, per scoprire come siamo stati amati per amor del suo nome e guidati alla fonte di acque limpide della Verità. Orbene, i credenti, cioè le pecore che ascoltano la voce di Gesù, sanno per fede che le promesse del Redentore sono vere e certe, perché derivano e sono pronunciate da Colui che ha permesso la riconciliazione e la redenzione dei peccatori con Dio.

Certo occorre accettare Gesù come proprio Salvatore, quel Nulla mi manca va creduto e pronunciato con fede. La riprova di essere perdonati dai nostri peccati, dopo aver confessato il nome del Signore Gesù quale Buon Pastore, è la discesa in noi del suo Spirito, che rende l’anima nostra ristorata e in pace. (Ep. Romani 8:9) Voi però siete nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo egli non appartiene a Lui. Sovente penso a quanti hanno preso coscienza che il messaggio evangelico, udito ripetutamente, sia la Verità e i sentieri di giustizia preparati da Dio per i peccatori, eppure regna l’indifferenza invece della spontanea adesione alla parola di Grazia.

 Noi speriamo ardentemente che queste semplici note possano far presa nei cuori dei nostri lettori, che si appassionano alle cose eterne, quelle che non passeranno mai. L’augurio che auspichiamo è che la luce del Buon Pastore, quella che afferma Nulla mi manca, possa essere la guida nella via della giustizia che arriva Dio e al Salvatore. A risentirci Dio volendo alla prossima settimana.

Un caro saluto a tutti.

Ferruccio Iebole

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