HO QUALCOSA DA DIRTI
L’interessante proposta fatta da Gesù (Ev. Luca 7:40) non riguarda solo Simone il fariseo, ma può essere estesa ad ognuno di noi, per misurare la nostra temperatura in fatto di relazione amorosa. La materia toccata da Gesù in questo episodio è appunto l’amore e richiede una disamina davanti a Lui, per determinare la dimensione di questo amore che diciamo di possedere nei confronti del Salvatore. La conclusione che Gesù traeva dall’episodio dell’invito a pranzo, era che la donna di malaffare (v. 47) aveva assunto un giusto atteggiamento ”perché ha molto amato.” E noi, a questa intrigante domanda cosa rispondiamo? A quale categoria apparteniamo di quelli che amano poco o molto? Indubbiamente tutti vorremmo rispondere ”molto Signore”, in realtà dobbiamo confessare l’incapacità di amare intensamente Gesù, ma grazie siano rese a Lui che ci ha amato per primo, riversando su di noi un amore abbondante e una Grazia infinita. Attenzione: non è per la nostra commiserazione che confessiamo l’inadeguatezza, ma è la constatazione del nostro fragile essere che si esprime a corrente alternata, nonostante il nostro impegno.
Dire qualcosa
Il contesto dove venivano echeggiate queste parole erano attorniate da una atmosfera di convivialità serena e felice. Sebbene non tutto era filato liscio come poi Gesù sottolineerà, l’apparenza si dimostrava piacevole; fidarsi dell’apparenza a volte riserva delusioni o tirate d’orecchie. Le effusioni verso il Salvatore erano state carenti da parte del padrone di casa, l’invitato pur trattato con rispetto non aveva raggiunto l’intimità che Gesù desiderava da Simone; tutto si svolgeva con decoro ma senza quell’affettuosità che il Redentore anelava da chi lo invitava a restare per un po’ di tempo con lui, nella propria casa. Gesù, nella casa di ognuno di noi, ha qualcosa da dire e potrebbe essere in questo giorno che Lui parli in modo confidenziale, con riservatezza ma con prorompente amore e aprendo la nostra mente per intendere il messaggio evangelico.
Cosa vorrà dirci oggi Gesù di così importante? (Ev. Luca 7:48) i tuoi peccati ti sono perdonati! Un messaggio straordinario: i miei peccati perdonati; che grazia immeritata! Pensare ai nostri ambigui comportamenti, ai nostri eccessi di orgoglio verso altri o alla poca disponibilità a farci carico di pesi da portare, ci classifica veramente in quelli bisognosi di perdono. Poi la fede: conosciamo poco Colui che vuol perdonarci, ma oggi ci parla individualmente tramite il linguaggio della sua eterna Parola e vuole che poniamo mente e responsabilità sul fatto del perdono dei nostri peccati. Abbiamo secondo Dio un conto in sospeso; se non siamo nati di nuovo cioè d’acqua e di Spirito. (Ev. Giovanni 3:7) Bisogna che nasciate di nuovo; e (Ev. Giovanni 3:3) In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio. Il debito verso Dio consiste che i nostri peccati sono la barriera per essere accolti in intimità. La visione di Dio che è amore, è offuscata dai nostri peccati, ma siamo indirizzati a Gesù il nostro Salvatore. Perché solo da Lui, e non da altri suggeriti dalle nostre religioni? Solo da Gesù perché ci parla; qual è l’argomento che propone? Il suo amore, la sua Grazia e la sua morte.
Una morte cruenta al Calvario
Il messaggio è questo per togliere i miei e i tuoi peccati, Gesù l’Agnello che salva il mondo, ha dovuto deporre la sua vita al Calvario, scontando al nostro posto la condanna che gravava su noi peccatori. Paolo parlando del fatto dirà: (II Ep. Corinti 5:21) Colui che non ha conosciuto peccato, Egli (Dio) lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché diventassimo giustizia di Dio in Lui. Ecco riassunto ciò che Dio vuole dirci oggi! Gesù diventato peccato per noi e assumendo su di Lui la nostra punizione, vuole liberare per la fede in Lui, la nostra coscienza e rinnovare la nostra vita. Perciò intendere questo perdono oggi, in questo momento, è una grande apertura di fede e un promettente percorso con Gesù, che vuole accompagnarci nella nostra vita terrena. Il sangue di Gesù è il prezzo pagato per noi, per diventare giustizia di Dio in Lui.
Pensate che grazia: dei peccatori che invece della separazione eterna da Dio, sulla base della sola fede in Cristo, conseguono il perdono dei propri peccati e una giustificazione divina che permette di accostarci con fiducia a Dio, così intendiamo fare ora in semplicità, per ringraziarlo e adorarlo. Domanda: con quanto amore lo adoriamo? Poco, molto, in maniera rumorosa o intima? L’intimità è personale, ma l’affettuosità e l’ammirazione devono essere espresse con gioia, vivendo attimi di intensità che sfociano nella felicità di essere dei salvati per Grazia. Possiamo dire alleluia all’Agnello che salva per grazia e per fede: (Ep Efesini 2:8) Infatti è per grazia che siete stati salvati mediante la fede e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.
Anche per i credenti o i nati di nuovo è ripetuto “quel qualcosa a dirti” sono gli inviti a considerare il privilegio della conoscenza, della dedizione. della testimonianza, del servizio e dell’essere sacerdoti per ribadire: (Ep. Ebrei 12:28) siamo riconoscenti e offriamo a Dio un culto gradito con riverenza e timore. Dunque per offrire a Dio un culto gradito occorre sentirsi ripetere “ i tuoi peccati ti sono perdonati”.
La posizione da assumere per offrire un culto gradito
La donna si era intromessa in quel pranzo violando le regole dell’ospitalità, irrompendo in un ambiente per lei ostile per la sua nota posizione e per il mestiere. La sorpresa doveva essere stata grande quanto l’atteggiamento di essere ai piedi del Salvatore e non ricevere il divieto di toccarlo, sebbene con le lacrime, poi con i baci e ancora con l’olio. Quelle azioni sembravano originate da fare delle opere meritorie per ottenere qualcosa in cambio dal Redentore. No; quelle opere di pietà verso Gesù erano il ringraziamento e l’adorazione per aver ricevuto luce intorno alla persona del Redentore. Era l’amore, un amore grande e la fede non timorosa, ma prorompente, quella a guidare quel cuore della peccatrice nei confronti di Gesù. Come sarebbe prezioso che anche oggi un cuore peccatore si facesse avanti con lode e adorazione verso Dio, tramite la fede in Cristo.
Assumere una posizione per offrire, abbiamo detto: oltre alle lacrime sincere e ai baci affettuosi occorre l’olio. L’olio è la figura dello Spirito Santo, senza questa persona il culto è monco; privo di vita che Lui invece conferisce apertamente e sarebbe manchevole della sua indispensabile e luminosa guida. Perciò bisogna ancora ascoltare le parole di Gesù: (Ev. Luca 7:50) La tua fede ti ha salvata; vai in pace. E’ vero, la pace è un frutto dello Spirito che circonda di benevolenza e di attenzioni la vita del credente per abituarlo a vivere nella semplicità della pace, circondato dall’amore di Cristo; è Colui che ancora conferma nell’ambientazione pacifica: (Ep. Romani 8:33-34) Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è Colui che li giustifica. Chi li condannerà? Gesù Cristo è Colui che è morto e ancor più è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.
Fidenti perciò per queste favorevoli e amorose condizioni esercitiamo le nostre azioni di grazie e di adorazione convinti che quella pace è: (Ep. Filippesi 4:7) E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. Com’è prezioso avere pensieri in Cristo Gesù, sono quelli adatti per la nostra adorazione come oggi, e sono la consolazione di chi muove i primi passi nella via della fede. Adoriamo perciò per lo Spirito il Signore il nostro Dio pieno d’amore.
Questi pensieri sono quelli che speriamo per i nostri lettori, pensieri che superano la nostra intelligenza, ma si intendono con il cuore e con la fede. Dunque un caro saluto in Cristo a tutti e a leggere il nuovo articolo la prossima settimana, Dio volendo.
Ferruccio Iebole
Lascia una risposta