SALVARE IL NATALE O … UN NATALE CHE SALVA? (terza parte)

Può un giorno fare una differenza con un altro? Può oggi essere un giorno che segni definitivamente la nostra vita? Certamente il giorno della nascita di Gesù segnò completamente la vita dei suoi genitori terreni, ma fu il giorno di svolta per tutta l’umanità.

I primi a rendersene conto furono i pastori che quel giorno “stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge” (Luca 2:8). Come abbiamo già visto nei due precedenti post, un angelo, un messaggero di Dio si avvicinò a loro dicendo: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore (Luca 2:10-11).

Quel “oggi” recava con sé un significato incredibile. Era il giorno della nascita del Cristo-Messia, dell’adempimento delle promesse di Dio, il giorno atteso da secoli e secoli. Era il giorno della nascita del Salvatore e Signore.

La Bibbia non ci dice che giorno fosse, non ci dice il mese e ci dà solo qualche indicazione indiretta sul periodo (Luca 2:1-2). Non ci dà queste informazioni perché non era importante il numero del giorno e del mese, ma il fatto che fosse arrivato quel “oggi”. Così anche per noi non importa quale giorno sia, ma cosa ne abbiamo fatto di quello che quel giorno ha comportato. Il fatto che Gesù sia venuto su questa terra, in quel modo, per diventare il Salvatore (tramite il suo sacrificio) e il Signore di tutti coloro che credono… cosa significa per me? Se io lo accetto per fede nel mio cuore, se lo confesso come Salvatore e Signore della mia vita, lui diventerà il mio Salvatore e il mio Signore. Se non lo faccio, lui continuerà a avere quei titoli che gli appartengono per l’eternità, ma io non avrò quanto promesso a coloro che credono in lui, gli “uomini che egli gradisce” (Luca 2:14).

Esiste quindi un giorno speciale per ognuno di noi che è in stretta relazione con il giorno della nascita di Gesù e con tutto quello che quel giorno ha innescato. È quello della nostra nascita come figli di Dio (Giovanni 1:12), della nostra nuova nascita (Giovanni 3:3-8). È il giorno in cui quel “oggi” diventa il mio giorno, il mio oggi.

Non automatico, perché frutto di una scelta consapevole e voluta, finché c’è ancora tempo, “finché si può dire: «Oggi»” (Ebrei 3:12-13). Un giorno, oggi, in cui non diciamo, come è successo al giorno in cui Gesù doveva nascere, “non c’è posto per te” (Luca 2:7), un giorno in cui non rifiutiamo di accoglierlo, come molti hanno fatto (Giovanni 1:11), Un giorno fatto di stupore e meraviglia, un giorno in cui invece che indurire il nostro cuore (Ebrei 4:7), lo apriamo a colui che è nato per dare la sua vita per noi. Un giorno, oggi, non perché è il 25 dicembre o qualsiasi altro giorno del calendario, ma un giorno che è significato il dono per la nostra vita, della mia vita.

Un giorno in cui facciamo come i pastori che, vivendo quel “oggi”, “tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato loro annunciato” (Luca 2:20). Un giorno in cui smettere di temere, di avere paura. Un giorno che, come è stato loro annunciato, è la buona notizia di una grande gioia”.

Auguri a tutti, di un meraviglioso OGGI.

Tratto dal blog “La Nuova Nascita” del 24 dicembre  2020

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