La Bibbia ci parla centinaia di volte dell’intelligenza (e della conoscenza, sapienza, ecc.). Ma ne parla non come qualcosa di artificiale, ma come di un elemento essenziale dell’uomo, capace non solo di elaborare pensieri e opere, ma anche di entrare in relazione con il suo creatore. Il problema però è che anche Dio parla di manipolazione subita dall’intelligenza dell’uomo, per distoglierlo dalla sua persona: quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio, né lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. (Romani 1:19-21). Persone incredule a cui Satana, il ‘dio’ di questo mondo “ha accecato le menti affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio (2 Corinzi 4:4); persone “con l’intelligenza ottenebrata, estranei alla vita di Dio, a motivo dell’ignoranza che è in loro, a motivo dell’indurimento del loro cuore” (Efesini 4:18).
Ognuno di noi, nessuno escluso, si è trovato in questa situazione, finché non ha aperto il proprio cuore a Dio, con fede: Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna (1 Giovanni 5:20).
Agostino nel suo Commentario al Vangelo di Giovanni, 29,6, disse: «L’intelligenza è il frutto della fede. Non cercare dunque di capire per credere, perché se non crederete, non capirete». Quello di cui parlava non era un riferimento alle capacità intellettive naturali di tutti noi, ma di quella che la Parola chiama “intelligenza spirituale” (Colossesi 1:9), che nasce solo quando uno crede, come anche l’apostolo Paolo ci ricorda: “Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.” (1 Corinzi 2:14). Credere per capire le cose di Dio e avere vita, credere per avere l’intelligenza spirituale per fare la sua volontà. Un dono a disposizione di tutti, frutto della “sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà” (Efesini 1:6-9).
Abbiamo bisogno prima di ogni altra intelligenza, naturale o artificiale che sia, di un’intelligenza spirituale frutto dell’amore di Dio per noi, che ci faccia innanzitutto accettare il suo dono di vita. E poi dell’intelligenza per potere vivere ogni giorno nel modo giusto. Una sapienza non per pochi, ma a disposizione di chiunque la chiede con fede a Dio, perché se “qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data” (Giacomo 1:5).
Considera quel che dico, perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa… E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù (Filippesi 4:7; 2 Timoteo 2:7).
Tratto dal blog “La nuova nascita”
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