ANNOVERATO TRA I MALFATTORI
Conteggiare il Signore Gesù Cristo tra i malfattori è una cosa assurda e priva di senso razionale dal punto di vista umano del giudizio se a scatenare tale atteggiamento non fosse stato quel miscuglio di invidia, gelosia e arroganza di una casta sobillatrice del popolo più semplice, quindi manipolabile, per non perdere potere, riverenza e considerazione dai sottoposti. Forse si poteva arrivare a un giudizio meno severo a rigor di logica. Invece no! Certi eventi che toccano il potere, il governo o certi equilibri connessi all’autorità sfuggono al sensato, si innestano scoppi di irrazionalità e violenza, tutto pare precipitare in una catastrofe irreparabile. Nel caso del Signore Gesù la regia occulta del male tentava di inserirsi negli ultimi attimi di vita del Redentore per provocare più danno possibile e quando sulla croce Gesù rese l’ultimo respiro, rimettendo lo spirito al Padre, allora il principe del male si accorse del suo eclatante fallimento non previsto perché non onnisciente.
Malfattore perché?
(Ev. Luca 22:37) Perché Io vi dico che in Me deve essere adempiuto ciò che è scritto; Egli è stato annoverato tra i malfattori. Infatti le cose che si riferiscono a Me, stanno per compiersi. Con questo assunto Gesù poneva fine a un dialogo con Pietro e con gli apostoli, iniziato per sottolineare un’azione invisibile da parte dell’Avversario che solo Lui aveva percepito ( Ev. Luca22: 31-32) Simone, Simone, ecco Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano, ma Io ho pregato per te affinchè la tua fede non venga meno e tu quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli. In questi due passi vi sono notevoli spunti su cui riflettere per capire sempre più il travaglio del Salvatore nel percorrere le ore della passione. Il clima come detto era tenebroso, Gesù percepiva e conosceva un linguaggio sconosciuto ai discepoli, l’istanza satanica consisteva in una raffinata richiesta di vagliare come si fa con il grano i suoi apostoli, cioè influenzarli nel dubbio per poi irretirli, per togliere eventuale conforto e consenso al Salvatore immerso nella dura prova. Il vaglio era una specie di cesta aperta per levare, facendolo saltare verso l’alto con il grano, per togliere le impurità del grano.
Questo il disegno o il piano: i discepoli dovevano sentirsi attirati confusamente verso l’alto in modo di perdere l’orientamento, domandandosi se l’elevazione faceva parte del progetto divino. In secondo luogo l’essere elevati in aria per poi ricadere per legge di gravità in basso, creava una situazione di sballottamento continuo, tale da far perdere la stabilità, ed era ciò che Satana voleva incutere nella mente dei dodici. E’ significativo che il vagliare fosse rivolto a tuti i discepoli e non solo a Pietro; tale azione di disorientamento sarebbe stata messa in opera, se Gesù non avesse inteso il progetto. Ecco allora l’intervento protettivo del Signore con lo strumento più adatto perché ciò non avvenga: la preghiera; non la ripetizione senza senso di orazioni già preconfezionate che non centrano nulla o intese come penitenze; no, semplice richiesta al Padre di sorvegliare con la Sua benefica mano le vite dei dodici, anche se uno sarà preso nel vortice del vaglio e vi resterà volentieri. Il risultato della preghiera era certo, anticipato dalle parole risolutive di Gesù che avvisava Pietro della sua fede, nonostante non fosse ancora convertito, aveva trovato Grazia e protezione nel cuore di Dio. La volontà divina andava avanti per giungere al conteggio di Gesù tra i malfattori; questa profezia doveva servire a confermare le parole del vecchio patto e quelle nuove pronunciate da Gesù in una saldatura unica per dare continuità alle Sacre Scritture.
Un progetto immaginato ma irrealizzabile.
(Ev. Luca 22:33) Signore sono pronto ad andare con Te in prigione e alla morte.
Il desiderio di Pietro riflette lo stato d’animo di molti uomini, che a contatto delle parole e delle preghiere di Gesù si accendono, vorrebbero coinvolgersi subito in progetti che sono riservati e guidati dal Signore, dove la sua mente superiore vigila per la realizzazione. Sono pronto! Affermazione azzardata se Pietro non era ancora convertito, l’entusiasmo riposto nella carne o nell’umano crea brutti scherzi. Purtroppo abbiamo visto molte persone sulle ali di un ardore non radicato nella fede fare naufragio; terminato il pensiero e l’effetto della preghiera di Gesù, dopo poco tempo perché esaurito l’interesse, si tornerà alle vecchie abitudini e ai vizi precedenti.
L’affermazione di Pietro era forse orgogliosa ma in fondo sincera in quel momento, vi era però una volontà divina da rispettare e concludere in maniera non approssimativa. Sono pronto, è la risposta della fede, quella che non nega la conoscenza di Gesù difronte alle autorità che contano e annoverano i malfattori, ma è quella che proviene da una conversione vera, che ripone in Gesù tutta la fiducia necessaria per ottenere redenzione e vita eterna. Pietro ipotecava un futuro che non conosceva, ne poteva gestire con le sue risorse; infatti alla fine dell’episodio usci e pianse amaramente. La possibilità accordata era quella, il rammarico e il pianto, molto meno della viva preghiera di Gesù che lo integrava dopo questa esperienza nel numero dei salvati. Il compito futuro e profetico di Pietro consisterà nel consolare e fortificare i fratelli nella fede e le sue epistole ne confermeranno la prova.
Tre volte.
Gesù aveva detto: (Ev. Luca 22:34) Pietro Io ti dico che oggi il gallo non canterà prima che tu mi abbia negato tre volte di conoscermi. Il proposito di essere una cosa unica con il Salvatore, ligio al dovere di discepolo e alla realizzazione del destino con Gesù secondo Pietro doveva essere un cosa semplice. Il trasporto verso il Maestro era vissuto con un sentimento puro ma inefficace. Infatti tutto finiva male, perchè si contava sulle proprie forze e intelligenza, mettendo da parte le sane parole della profezia che si avvereranno puntualmente. Si, effettivamente le parole di Gesù si realizzeranno alla lettera, in una nottata angosciosa, dove l’avvicinamento di Pietro alle tre volte del rinnegamento di conoscere il Salvatore, prenderanno forma in maniera ineluttabile e progressiva. Testimoni come una donna e due uomini erano pronti a riconoscere Pietro come uno dei dodici, portavano le prove della parlata galilea e l’identificazione della fisonomia del discepolo visto appresso al Redentore.
Una compagnia che sarebbe stata precedentemente rifiutata e abborrita, come quella di soldati mercenari, ora attirava cautamente verso un fuoco strano, adatto a scaldare e a rinfrancare momentaneamente anche Pietro, immerso in una realtà ben titolata dal (V.54) Pietro lo seguiva da lontano. Una strana metamorfosi per chi era pronto a seguire il Salvatore fino alla morte, e adesso era a suo agio in mezzo ai soldati, lontano, godendo di un sollievo riscaldato dato da un fuoco acceso. Seppure lentamente arriva il tempo del gallo, che emette il suo canto, chiaro, udibile nella notte e rievocante alla realtà più dura. Il tempo delle parole era terminato, iniziava quello degli sguardi e dei ricordi; (Ev.Luca 22:61) E il Signore voltatosi guardò Pietro, e Pietro si ricordò della Parola che il Signore gli aveva detto.
Sono pronto?
L’affermazione trionfalistica sono pronto, era sommersa dal fallimento della umana creatura senza forza e potenza, per raggiungere l’ambito traguardo della comunione col Cristo. Lo sguardo di Gesù era più convincente di tutta la scena circostante. In quello sguardo erano comprese le promesse, la riabilitazione e l’indirizzo del servizio futuro dell’Apostolo a favore dei riscattati. Ancora la terza volta: (Ev. Giovanni 21:17) Pietro fu rattristato che Egli avesse detto la terza volta: Mi voi bene? Tre volte l’aveva disconosciuto, tre volte Pietro confesserà il suo amore per il Redentore, ricordandosi di tutti eventi precedenti. (Ev. Giovanni 21:19) E dopo aver parlato così gli disse: Seguimi. Pietro era Pronto!
Vorremmo chiedere ai nostri lettori se anche loro sono pronti a seguire Gesù, che rivolge a tutti il suo sguardo pieno d’amore e un invito a camminare con Lui per raggiungerlo come meta e traguardo
Ferruccio Iebole.
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